Gli
strascinati
di Patrizia Penazzi
“Del come e del quando vennero per la prima volta serviti
gli STRASCINATI, da una avvenente fantesca del Castello di Vetranola,
in quel di Monteleone dell’Umbria a salvezza da morte degli
uomini del Castello e di colui che amava”.
(da
una cronaca umbra del XV Secolo)
Correva l’anno 1494, quando i Capitani Paolo e Camillo Vitelli,
alla testa di numerosi fanti e cavalieri, invasero la terra di Monteleone,
onde dare aiuto al Re di Francia, Carlo VIII, intento allora alla
conquista del regno di Napoli.
Un giorno i due fratelli si trovarono, stanchi ed affamati, alla
porta del Castello di Vetranola ed ivi chiesero cibo e ristoro.
Ritenendo, però infidi gli abitanti, stimarono miglior partito
prendere prigionieri il castello e tutti gli uomini validi e quindi
ingiunsero alle donne di imbandire la mensa e servirli.
L’odio ed il rancore per l’oltraggio patito indussero
le donne del Castello a preparare per gli invasori un misero piatto
di “penchi” assai male conditi, giustificandosi col
dire che, per i tempi calamitosi, non avevano altro di meglio da
offrire.
Tale incauto comportamento fece montare in furore i Vitelli i quali
ordinarono che tutti i prigionieri, mani e piedi legati, venissero
attaccati ai cavalli per essere TRASCINATI, fino a morte, intorno
al Castello.
A nulla valsero le preghiere ed i pianti delle donne; solo ebbe
effetto l’ardimentosa proposta di una bella fantesca, la quale
si offrì di mutare i dispregiati ”penchi” in
una sostanziosa vivanda mai prima gustata, a patto però,
che non si procedesse nella minacciata rappresaglia.
Si era in carnevale e, se le carnascialesche imprese eran neglette,
tanto imperava il pianto e la tristezza, pure fioriva la sagra dell’utile
suino, che dette alla giovane il mezzo per vincere la disperata
impresa.
Con guanciale magro, salsicce fresche, uova e pecorino, abilmente
manipolati e rimescolati, trasformò quei “penchi”
in una prestigiosa vivanda che i Vitelli e la loro scorta gustarono
a pieno, tanto che placati e satolli ripresero la via di Napoli,
senza fare danno ad alcuno.
Da allora nella terra di Monteleone tale pietanza viene chiamata
“STRASCINATI” , felice improvvisazione di una giovane
umbra innamorata.
Ingredienti per 6 persone
Gr.
600 di penchi oppure gr. 500 di pasta secca corta
5 uova
gr. 150 di guanciale fresco di maiale, non salato
gr. 150 di salsiccia fresca di carne di maiale
pepe nero macinato al momento
gr. 100 di pecorino grattugiato
Sale
Preparazione
Mentre
cuoce la pasta, in un tegame capiente rosolare il guanciale; a metà
cottura aggiungere la salsiccia sminuzzata di modo che la cottura
sia ultimata alla pari. In un piatto fondo si sbattono le uova con
un pizzico di sale, pepe, ed infine il pecorino.
Scolata la pasta al dente, si versa nel tegame, si aggiungono gli
ingredienti preparati, lasciando cuocere a fuoco lento per circa
3 minuti girando continuamente, facendo attenzione che non si asciughi
troppo; altrimenti versarci un po’ d’acqua di cottura
della pasta. Servire caldo in piatti caldi.
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