Storia
La si può dividere in sei epoche:
Protovillanoviana:
nel 1907 l’archeologo A. Pasqui, rinveniva, sul pendio settentrionale
del Colle del Capitano, una necropoli con tombe a pozzetto.
Le 44 tombe rinvenute, nelle quali furono trovate urne di ceramica
contenenti, oltre alle ceneri dei defunti: spilli, fibule ed anelli
contorti dal fuoco, presentavano affinità con quelle scoperte
a Pianella della Genga, alla Tolfa ed Allumiere e con il protovillanoviano
della Val Padana.
Non vi è dubbio che trattasi di una sola civiltà e
forse del medesimo popolo che durante l’età del bronzo
si estese su tutta la penisola.
Questo sepolcreto va annoverato tra quelli più antichi che
segnano il passaggio dall’età del bronzo a quella del
ferro.
Etrusca:
la probabile presenza di questa civiltà nel territorio di
Monteleone è testimoniata dalla cosiddetta "BIGA"
rinvenuta, nel 1902, a Colle del Capitano.
Il Furtwaengler la classificò come prodotto jonico e la datò
alla metà del VI sec. a.C., classificazione condivisa dalla
Richter nel catalogo del METROPOLITAN MUSEUM OF ART di NEW YORK,
dove, tutt’ora, è gelosamente custodita e studiata.
Altro archeologo, il Chase, la ritenne, al contrario, un prodotto
etrusco ed il Figlioli ne condivise la classificazione pur con evidenti
rapporti con l’arte jonica. Ultimamente il Rijs, nella sua
opera “Etruscam Arte” la ritenne un prodotto etrusco.
L'ipotesi che ha prevalso negli anni più recenti, attribuisce
la decorazione di bronzo ad un artista greco-ionico immigrato in
Etruria.
Romana:
la
presenza di Roma è segnata soprattutto nelle frazione di
Trivio (anticamente Trebia o Trebula). L’attuale chiesa di
S. Erasmo a Trivio è costruita sui ruderi di un tempio pagano;
all’esterno è visibile una statua marmorea romana.
Medioevale:
crollato l’impero romano, i popoli invasori avanzano e
depredano le ricchezze imperiali di Roma. Il figlio del conte Lupone
(Attone o Arrone) esule dalla patria, andò ad abitare nella
bassa Valnerina costruendovi il castello di Arrone.
Estese poi il suo possesso ad altre terre e nell’880, costruì
il CASTELLO DI BRUFA; questa è la data che si può
ritenere quella della fondazione di Monteleone.
Successivamente, distrutto il castello di Brufa, intorno al 1100,
Tiberio, figlio di Attone II, riedificò sulle rovine l’attuale
Monteleone e, verso la fine del secolo, i suoi figli donarono a
Spoleto il tenimento del poggio. Nel 1228 Bertoldo di Ursilingen,
con truppe saracene, incendiò e distrusse il castello di
Monteleone ma i Tiberti, nel 1265, lo riedificarono e lo donarono
definitivamente a Spoleto insieme ad altri castelli. Dopo anni di
guerre, distruzioni e ricostruzioni, i monteleonesi, aspirando al
titolo di “REPUBBLICA MONTIS LEONIS”, nel 1535 si ribellarono
a Spoleto e, cacciato il Podestà impostogli, decisero di
eleggerlo nella “arenga” comunale.
La reazione degli spoletini fu tremenda ma non riuscirono a riconquistare
il paese per la forte resistenza dei monteleonesi; depredarono e
distrussero però numerosi casali, rovinarono i mulini e le
piante da frutto.
Papa Pio IV prese a cuore la situazione di Monteleone e ne tolse
la sudditanza a Spoleto e lo pose, nel 1559, direttamente sotto
la delegazione di Perugia.
I
Templari a Monteleone di Spoleto
Rinascimentale:
dopo
lo storico scontro con Spoleto (1535) per Monteleone iniziò
il “risorgimento”. Furono riparati e ricostruiti i casali,
le chiese e si rafforzarono le difese.
Gran parte dello sviluppo si dovette alla ricchezza delle miniere
di ferro che era lavorato nelle ferriere presso il fiume Corno,
miniere che nel secolo successivo per interessamento del Cardinal
Fausto Poli, (nativo di Usigni di Poggiodomo), saranno poi potenziate.
La presenza di palazzi signorili lungo il corso cittadino testimonia
lo stato di benessere raggiunto in quei secoli. L'abitato è
ancora cinto in gran parte da mura che conservano torri e porte
medievali
Dalla seconda metà del 1500 a tutto il 1600 si può
definire l’epoca d’oro di Monteleone.
In questo clima di prosperità nascono “Gli Statuti”.
Un popolo che si dà le leggi rivela la sua maturità,
la sua forza e la sua sete di libertà.
Moderna:
il
terribile terremoto del 1703, che recò danni immensi e tante
vittime, bloccò irrimediabilmente il periodo di prosperità
e di sviluppo.
Da questo evento inizia l’emigrazione che col passare degli
anni registra sensibili sviluppi, specialmente dopo il 1718 quando
il paese fu colpito da una grave pestilenza. Verso la fine del 1700
anche l’esercito francese assediò il paese e lo saccheggiò.
Nel 1831 la nuova ventata rivoluzionaria portò lo scompiglio
anche a Monteleone.
Oramai la vita del paese non era più caratterizzata da una
propria impronta ma si inserì negli avvenimenti più
vasti a carattere nazionale.
In questi ultimi decenni Monteleone non è riuscito a costruirsi
una vera e propria economia salvo quella della pastorizia che, ancora
oggi, unitamente al turismo estivo, è fonte di relativo benessere.
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