BUCA
DI IMPOSTAZIONE DI MONTELEONE ANNO 1707
a cura di Patrizia Penazzi
(tratto da documento del Museo Storico P.T.)
Buca
in marmo portante la scritta: ”AL COMMODO PUBLICO – POSTA –
GASPARO ROSATI – DA CALVI LUOGO.TE – 1707”.
Era murata presso l’ufficio postale di Monteleone di Spoleto.
“La
buca di impostazione annoverata nel patrimonio del Museo Storico P.T. fin dal
1932 è descritta in un registro d’inventario ufficiale.
L’acquisizione alla preziosa raccolta delle buche di impostazione derivò
da una regolare cessione da parte della Direzione Provinciale P.T. di Perugia.
Il reperto proveniva dall’ Ufficio postale di Monteleone di Spoleto dove
detta buca era stata incassata nel muro perimetrale. L’ufficio postale
di seconda classe, fu istituito con atto formale il 1 Dicembre 1875.
Lo stato conservativo della buca, come è possibile desumere dalla fotocopia
di una pagina di un opuscolo illustrativo edito dall’Amministrazione P.T.
intorno agli anni ’60, risulta compromesso per quanto concerne la sua
integrità.
Nulla risulta circa danneggiamenti intercorsi fin da epoca remota e se sia stata
acquisita già in siffatte condizioni. Ciò nondimeno è previsto,
a breve scadenza, un accurato restauro teso a restituire l’originaria
interezza.
In effetti si tratta di un cimelio di notevole valore storico in relazione al
pregio artistico del decoro e delle iscrizioni che nelle loro analisi consentono
di evidenziare lo aspetto sociale della posta riferita all’espressione
letterale: “AL COMMODO PUBLICO”.
Di particolare rilievo storico è l’altra iscrizione: “GASPARO
ROSATI DA CALVI LUOGO.TE”.
La
figura storica del Luogotenente di Posta è mirabilmente descritta nella
“Vera e sincera guida per chi viaggia” preziosa monografia edita
nel 1766, in Roma.
Il Luogotenente è quello che in assenza del Generale delle Poste, tiene
carico, sopratutti, ed il tutto governa in presenza, come consapevole di tutti
li più gravi Negozi, ed esercitato nelle più rilevanti azioni,
spettanti a quest’incombenza, ed è in sostanza la prima Persona
dopo il Generale; il Cancelliere poi ancora esso comparte, ed è membro
del Generale, ma non è di tanta autorità come il Luogotenente,
onde l’opra di questi è così necessaria al Generale, come
al capo sono necessari gli altri membri, poiché tali e tanti sono gli
affari, e negozi che continuamente vi sono, che è impossibile affatto,
che una persona, pur indefessa, che sia possa supplire ad ogni cosa, e perciò
anche questi devono essere intendenti di negozi, accorti, fedeli, benigni, amici
dell’equità e bene informati delle lingue estere, almeno Spagnola,
Francese, ed Alemanna, e provvedere ancora acciò con prestezza e fedeltà
resti ognuno servito. Nel fare scelta delle Lettere (che ai cancellieri tocca)
avvertano, che troveranno alcuni pieghi ove sono racchiuse gioie, monete, ovvero
altre robe, in forma di lettere; se bene sia sciocchezza degli negozianti di
trasmettere dette robbe in tal guisa, tuttavia, perché alcuni hanno tanta
fede agli Ufficiali della Posta, che senza consegna, e senza cauzione, credono
essere sicura ogni cosa alla posta; devono agli Spartitori delle Lettere, essere
fedeli, e conservare quel tal piego, e conservarlo al vero Padrone, senza farsi
ingannare da quel falso dogma di non esser tenuti a quelle cose non consegnate.
Il tassar le Lettere, spetta al Luogotenente, che devono porre il giusto, ancorché
le lettere bagnate pesassero più……………………………
……………Nello
Stato Pontificio il servizio di Posta cavalli e Posta lettere era affidato,
in appalto, al Generale delle Poste che , a sua volta, aveva la facoltà
di affidare a suoi delegati “Luogotenenti” limitandosi il Generale
a gestire la posta di Roma e di li guidare il servizio dei suoi “Tenenti”
che pagavano, a loro volta, dei canoni fissi.
Monteleone di Spoleto nel XVI e nel XVII secolo non figurava tra gli itinerari
di posta.
“Il territorio di montagna” si estendeva ad est di Spoleto da Monteleone
a Cascia, Norcia, Visso con consistenti bisogni di comunicazioni ma una frammentarietà
di centri e una composita rete di modesti postini (le carte parlano spesso di
corrieri) che gravitano sulla città e da lì si irradiavano di
ritorno in ogni estremità.
Il Vescovo segnalava: “trecento circa sono le parrocchie, e sedici monasteri
nelle parti di Montagna, continuamente occorre spedire colassù”.
……………La
buca di impostazione, molto diffuse negli Stati della Chiesa, rappresentavano
una garanzia alla libera comunicazione.
Le buche avevano ognuna una propria caratteristica di costruzione: Marmo, peperino,
travertino. Avevano decorazioni ed iscrizioni altamente significative finalizzate
alla loro prerogativa istituzionale.
La località di Monteleone di Spoleto (a quanto risulta dalla documentazione
esaminata) iniziò ad essere citata quale Legazione Pontificia.
Inoltre in una carta geografica, risalente al 1817, figurava quale percorso
secondario di strada Littoriale (diretta al mare) e Consolare, ma non elevata
al rango di Stazione di Posta-lettere o Posta –cavalli”.
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