AMNESTY INTERNATIONAL
COMUNICATO STAMPA CS20-2004
AMNESTY INTERNATIONAL LANCIA UNA CAMPAGNA MONDIALE PER FERMARE LA VIOLENZA SULLE DONNE: “UN CANCRO E UN'ATROCITA' NEI CONFRONTI DEI DIRITTI UMANI”
La violenza sulle donne è un cancro che divora il cuore di ogni società, in ogni paese del mondo. Sia in tempo di pace che in tempo di guerra, le donne subiscono atrocità semplicemente per il fatto di essere donne. A milioni vengono picchiate, aggredite, stuprate, mutilate, assassinate, private del diritto all'esistenza stessa. Almeno una donna su tre, nel corso della propria vita, ha subito o subirà gravi forme di violenza.
Lanciando la sua nuova campagna biennale, che in Italia si chiama “Mai più violenza sulle donne”, Amnesty International chiede a tutti gli uomini e a tutte le donne di agire subito per fermare questo scandalo oltraggioso. Non si tratta di qualcosa che accade altrove, accade qui. Non si tratta di qualcosa che accade ad altri, accade a noi, alle nostre amiche, alle nostre famiglie. È qualcosa che non si fermerà fino a quando ognuno di noi non dirà “mai più”.
La violenza sulle donne è un'atrocità nei confronti dei diritti umani. I diritti umani non sono solamente un insieme di leggi e di obblighi. Essi contengono un impegno solenne: tutte le persone sono uguali, tutte le persone hanno gli stessi diritti. La violenza sulle donne costituisce una frattura profonda tra quell'impegno e la volontà dei governi, delle autorità locali e religiose, delle imprese economiche, dei leader delle comunità, di rispettarlo.
Il rapporto presentato oggi da Amnesty International, “Mai più… Fermiamo la violenza sulle donne” (Gruppo Abele Editore, Torino, marzo 2004, pp. 196, € 10) denuncia le molteplici forme di violenza sulle donne, da quella nei conflitti armati a quella all'interno della famiglia, nonché quelle legate alle tradizioni nocive che tentano di controllare la loro sessualità.
La violenza - si legge nel rapporto – colpisce in più modi le donne nei conflitti armati: le bambine soldato sono regolarmente stuprate dai propri commilitoni; le donne e le bambine estranee ai combattimenti vengono mutilate, stuprate e uccise come si trattasse di un'arma di guerra; il rientro dei soldati nelle proprie case produce un ulteriore aumento della violenza domestica. I conflitti armati stanno avendo un impatto devastante sulle donne che va ben al di là della violenza insita nella guerra.
Il rapporto denuncia anche il problema mondiale della violenza domestica e all'interno della propria comunità. Secondo Amnesty International, ogni paese del mondo è da biasimare per il fatto di non essere in grado di proteggere le donne nelle loro case.
Dietro le porte chiuse, in segreto, le donne sono sottoposte a violenza da parte dei propri compagni e familiari, la vergogna e il timore le inducono a non denunciare l'accaduto e, quando trovano questa forza, raramente vengono prese sul serio. Anche nei paesi in cui esistono leggi per prevenire e punire la violenza domestica, le autorità evitano regolarmente di applicarle e, in alcune zone, sistemi paralleli di giustizia religiosa o comunitaria permettono che la violenza prosegua senza ostacoli.
Sui campi di battaglia come nelle camere da letto, ogni donna è a rischio di subire violenza. Le donne sono le prime a risentire della mancanza di servizi sociali, a vedersi negati i diritti alla salute e all'educazione. Gli effetti della globalizzazione economica lasciano sempre più donne intrappolate nell'indigenza e ai margini della società. La povertà espone le donne a un maggiore livello di violenza, da cui è sempre più difficile fuggire, e riduce notevolmente la loro capacità di organizzarsi e lottare per cambiare le cose. In questo, come in molti altri modi, i governi vengono meno al dovere di affrontare il vero terrore dei nostri tempi, quello che milioni di donne affrontano ogni giorno.Amnesty International è riconoscente alle organizzazioni di donne che, negli ultimi decenni, hanno compiuto sforzi incredibili per contrastare la violenza e ottenere giustizia ed uguaglianza. Nel corso della campagna, l'organizzazione per i diritti umani lavorerà insieme a questi organismi locali per ottenere un cambiamento reale e per ribadire che la violenza sulle donne non è normale né legale né accettabile. Non deve essere mai tollerata o giustificata, va solo fermata!
Gli obiettivi della campagna “Mai più violenza sulle donne”:
chiedere a ogni uomo e a ogni donna di impegnarsi per porre fine alla violenza sulle donne;
agire per costruire un mondo in cui tutte le culture e tradizioni e tutti i sistemi politici e giudiziari aborrino la violenza sulle donne;
porre fine all'impunità nei confronti dei responsabili delle violenze sulle donne, sia in tempo di pace che durante i conflitti (ivi compresi gli appartenenti ai gruppi armati);
ottenere l'abolizione delle leggi discriminatorie nei confronti delle donne e l'adozione o l'applicazione di leggi efficaci e di altre misure per proteggere le donne dalla violenza;
richiamare la responsabilità collettiva e individuale degli Stati sulla base del diritto internazionale e delle leggi interne per impedire, sottoporre a inchiesta, punire e risarcire ogni atto di violenza sulle donne, sia in tempo di pace che durante i conflitti;
garantire un'azione efficace per fermare la violenza sulle donne all'interno delle comunità locali da parte delle autorità civili e religiose e dei sistemi di giustizia informali e paralleli.
Roma, 5 marzo 2004
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